Friday, August 25, 2006
“Il mio legame con la Juve è unico”
“Quanto ci ho messo a decidere di restare? Relativamente poco. La mia è stata una scelta dettata da vari fattori, gli stessi, in fondo, che mi hanno portato a rimanere a Torino per tutti questi anni”. Alessandro Del Piero si racconta: lui è stato il primo a giurare fedeltà alla Juventus e non poteva essere altrimenti. Alex di questa squadra è il capitano, un simbolo per la società e per i tifosi e, spiegando i motivi della sua decisione, non fa altro che confermare quanto il suo nome e quello della Juventus siano legati a doppio filo: “A Torino sto benissimo e questa è una squadra gloriosa, che mi ha sempre dato la possibilità di vincere e che ora sta attraversando un momento molto delicato. Nel corso degli anni il rapporto con John e Lapo Elkann e con Andrea Agnelli è cresciuto. La decisione della proprietà di dare una nuova identità alla società e di trovare in me un punto di riferimento è stata molto importante. E poi il mio legame con la squadra e con i tifosi è unico e non ho voluto disperderlo”. Prima degli avvenimenti di quest’estate, per un certo periodo, c’è stata la possibilità che Del Piero lasciasse la Juve: “Sì – ammette Alex – c’era una situazione che mi stava portando lontano da Torino, ma non sarei rimasto comunque in Italia: per come sono fatto non avrei mai potuto concepire di giocare in una squadra italiana che non fosse la Juve. Poi, con quello che è accaduto, sono cambiate le condizioni e ora sono soddisfatto della decisione presa”. La decisione di rimanere è dipesa anche dalla partenza di Capello? “Beh, sì. Il mio rapporto con lui non era gratificante, riguardo al mio utilizzo e ad una gestione non positiva del gruppo. Il fatto che nessuno lo rimpianga, la dice lunga…L’entusiasmo, la voglia di stare insieme e sentirsi parte di un gruppo vero sono cose importanti. Lo scorso anno avevamo una squadra di grande qualità, c’erano otto finalisti di Coppa del Mondo eppure abbiamo strappato lo scudetto solo all’ultima giornata e siamo usciti presto dalla Champions League, senza dimenticare che, se non fosse stato per l’errore del portiere del Werder Brema, saremo già stati eliminati negli ottavi. Evidentemente era quello che ci meritavamo, per quanto e per come abbiamo lavorato”. Da un allenatore con il quale c’era evidentemente poco feeling a Deschamps, con cui Alex ha addirittura giocato: “E’ la prima volta che vengo allenato da un ex compagno e non so ancora dire come sarà, ma le premesse sono ottime. Mi vede come attaccante? Mi fa piacere, perché è il ruolo dove mi esprimo meglio e credo di averlo confermato segnando tante reti”. Riguardo alle sentenze della giustizia sportiva e alla decisione della Juventus di ricorrere al Tar, Alex si schiera a fianco della società: “E’ un passaggio obbligato, vista l’evidente disparità di giudizio tra noi e le altre squadre coinvolte. La Juventus è stata l’unica società a svoltare, cambiando dirigenza e accettando, almeno in principio, le decisioni della giustizia sportiva. La sentenza di secondo grado però ha colpito solo la Juve. Posso solo augurarmi che finisca tutto al più presto e, ovviamente, che la questione si risolva positivamente per noi”. Parlando di calcio giocato Alex non può che essere soddisfatto, visto l’esordio vittorioso a Cesena, con annesso gol-lampo: “In effetti non potevo cominciare meglio. Credo non mi sia mai capitato in carriera di segnare un gol così velocemente. Riguardo alla condizione atletica, la situazione è buona, ma naturalmente ci vuole ancora del tempo. A Napoli sarò con il gruppo, ma non so se scenderò in campo dal primo minuto, l’autonomia è ancora limitata”.
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