Tuesday, May 30, 2006

Basso citato in una telefonata

Nel caso di doping che coinvolge Gutierrez, in un'intercettazione di parla di Ivan

MILANO — «Hay que mandar comida al Bufalo». «Bisogna mandare il pasto al Bufalo». Il Bufalo del ciclismo spagnolo è José Enrique Gutierrez Cataluña, secondo classificato del Giro d'Italia, terminato domenica a Milano. La frase, intercettata al telefono del dottor Eufemiano Fuentes nell'ambito dell'inchiesta spagnola contro il doping iniziata la scorsa settimana a Madrid, è una richiesta, fatta in codice al medico, usando il soprannome. La «comida», il pasto, potrebbe essere contenuto in una delle duecento sacche di sangue sequestrate mercoledì scorso proprio al dottor Fuentes. Nelle intercettazioni (pubblicate oggi dal settimanale Interviù, diretto da Manuel Cerdan, uno dei più famosi giornalisti investigativi spagnoli) è citato anche il nome del vincitore del Giro, Ivan Basso.LA DOMANDA — Manolo Saiz, arrestato assieme al dottor Fuentes, è il direttore sportivo della Liberty Seguros- Wurth, che partecipava al Giro. In una telefonata, Saiz fa una domanda al dottor Fuentes, i cui trattamenti erano quotatissimi: «Lo porti anche a Basso?». La risposta non c'è. E nemmeno il complemento oggetto, che secondo gli investigatori è il sangue. Il nome di Basso era già stato tirato in ballo nei giorni scorsi. La magistratura spagnola sta infatti indagando i rapporti tra Fuentes e il dottor Luigi Cecchini, che in passato è stato preparatore di Basso (e ora lo è di Ullrich e di altri corridori italiani di vertice) ed è rimasto amico di Bjarne Riis, team manager della squadra del corridore varesino. In altre intercettazioni, clienti diversi chiedono a Fuentes se porta il sangue anche ad Alejandro Valverde, stella del ciclismo spagnolo, vincitore dell'ultima Liegi-Bastogne-Liegi.

L'AUTOEMOTRASFUSIONE — La Guardia Civil ha trovato negli appartamenti del dottor Fuentes e del dottor Merino, sacche di sangue con nomi in codice, oltre a steroidi e anabolizzanti. Le sacche di sangue servono per la pratica dell'autoemotrasfusione: all'atleta viene prelevato del sangue, che viene riossigenato e quindi nuovamente trasfuso. È una pratica piuttosto costosa e l'incidenza sulle prestazioni è notevole. Non esistono macchinari antidoping capaci di scovarla. Al punto che la Wada, l'agenzia mondiale antidoping, ha indetto un bando di ricerca per la creazione di uno strumento utile alla causa. Se l'antidoping non può nulla, va ricordato che basta un errore in una trasfusione per causare la morte.

LA MINACCIA — Alcuni dei nomi in codice sulle sacche di sangue da 450 millilitri sequestrate sarebbero stati identificati. Si tratta dei corridori della Liberty Seguros-Wurth e degli ex ciclisti della Kelme che ora gareggiano in altre squadre. In una intercettazione si percepisce l'irritazione di uno dei dottori nei confronti di Manolo Saiz. All'interlocutore viene chiesto di minacciare Saiz per i mancati pagamenti per i servizi precedenti e di dirgli di pagare se vuole «fare qualcosa» al Tour de France. Alcuni corridori della Liberty, come Angel Vicioso, sono stati filmati mentre si recavano dal dottor Merino. Nelle intercettazioni compaiono anche i nomi di due corridori della Liberty in gara al Giro d'Italia. Uno è chiamato «Zapatero» e secondo la Guardia Civil si tratta di Michele Scarponi (Zapata in spagnolo significa scarpa). Ma nel dialogo fra i medici si dice semplicemente «che si è lamentato coi compagni perché non l'hanno aiutato». Scarponi si è ritirato dal Giro il giorno dopo l'inizio dello scandalo in Spagna. L'altro corridore della Liberty citato nelle conversazioni telefoniche col soprannome «Uno» sarebbe Unai Osa, diciottesimo a 48'52'' nella classifica finale del Giro. Di lui si dice nelle telefonate che «non va troppo bene».

LAVORO INTENSO — I giorni tra il 12 e il 15 maggio sono stati molti intensi negli appartamenti messi sotto osservazione dagli investigatori. La Guardia Civil ha registrato decine di visite e appurato che il dottor Fuentes ha lavorato quasi 72 ore consecutive prima di lasciare Madrid per tornare alle Canarie, dove vive. L'ipotesi è che il sangue fosse destinato ad alcuni ciclisti impegnati proprio al Giro. In un'altra intercettazione, uno dei dottori sotto inchiesta esprime soddisfazione perché dopo una tappa di montagna del Giro «i nostri sono arrivati tra i primi trenta». Tra i clienti di Fuentes e di Merino è stato identificato il colombiano della Phonak (la stessa squadra del Bufalo Gutierrez), Santiago Botero, vincitore di tre tappe al Tour e due alla Vuelta, e campione del mondo a cronometro nel 2002. Con lui c'è pure Roberto Heras, squalificato per due anni dopo aver vinto nello scorso settembre la quarta Vuelta di Spagna della sua carriera: anche il suo nome, assieme a quello di Oscar Sevilla della T-Mobile, figura nelle indagini in corso.

IMPUNITI — Ma cosa rischiano i ciclisti coinvolti nella «Operacion Puerto»? La legge spagnola antidoping deve ancora entrare in vigore e non è attualmente così severa come quella italiana o quella francese. Paradossalmente le indagini sono scattate troppo presto. Solo medici e «spacciatori» di sangue e di sostanze proibite sono punibili.
Paolo Tomaselli
30 maggio 2006


fonte www.corriere.it

2 comments:

Maresca said...

almeno tu hai quello, a me so rimaste le Arti marziali e basta...cmq basso e armstrong sono troppo forti per non prendere niente, o li definirei quasi disumani...

Maresca said...

dimenticavo che mi è rimasto il notomondiale, mica cotiche!!!